Scrivere una storia distopica significa immaginare un futuro dove i difetti del mondo sono esasperati, fino a creare una realtà in cui nessuno di noi vorrebbe mai trovarsi.
Uno dei temi caldi di questa rivoluzione tecnologica in cui siamo pienamente immersi è quello dell’eccesso di immersione, che in “Storia di Cento Occhi” si realizza in A.R.G.O., un’entità che controlla la città e che una volta era umano ma ora solo un cervello disincarnato all’interno di una rete di microfoni e telecamere.
Ma A.R.G.O. è solo un esperimento? E’ una macchina? O ancora qualcosa di umano lo conserva? E qual’è il suo rapporto col misterioso scrittore Stefano?
Ne parlo in questa intervista a Stefano Tevini, autore di “Storia di Cento Occhi” (Safarà Editore) su Ciao Radio.