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«Guerra e amori richiedono coraggio»

E’ questo il sottotitolo del nuovo romanzo di Antonella Sbuelz “Mariam” da poco in libreria per Vallecchi Firenze.

Il romanzo racconta una pagina di storia spesso dimenticata, quando non palesemente nascosta, che è quella del colonialismo italiano in Libia.

L’autrice ne ripercorre qui luci e ombre, rievocandone i protagonisti, le atmosfere, i grandi eventi che hanno cambiato il mondo e i dettagli nascosti nelle pieghe della Storia. E lo fa attraverso la vita di uomini e donne che, dal basso, hanno osato ribellarsi a convenzioni e imposizioni.

Attraverso le vicende di Mariam e Livio, Samuele e Jole, Pietro e Leda, le loro storie personali, il lettore potrà riscoprire i grandi avvenimenti che hanno caratterizzato un periodo con molti interrogativi ancora da svelare.

Trama dettagliata

28 Giugno 1940. L’Italia è appena entrata in guerra. A bordo di un trimotore italiano viaggia l’uomo più potente della Libia, già diventato leggenda. Più in basso, nella polvere del deserto, una ragazza a cavallo, in fuga da obblighi e violenza ne segue il volo con lo sguardo. Ma l’aereo non giungerà mai a destinazione: un’esplosione incendia il cielo di Tobruk. Si tratta di un semplice incidente? O si nasconde altro, dietro la morte dell’unico gerarca che abbia osato sfidare Mussolini? E chi è l’uomo che qualche anno più tardi cerca vendetta tra le vie di Roma, appena dichiarata città aperta? Prendendo le mosse da un dubbio storico venato di giallo, Mariam ripercorre ombre e chiaroscuri del colonialismo italiano in Libia, rievocandone i protagonisti, le atmosfere, i grandi eventi che hanno cambiato il mondo e i dettagli nascosti nelle pieghe della Storia. E narra la vita di uomini e donne che, dal basso, osano ribellarsi a convenzioni e imposizioni. Mariam e Livio, Samuele e Jole, Pietro e Leda pulsano, vivono, si innamorano, rischiano, perdono se stessi e l’innocenza, cercano un senso al proprio agire tra voli e schianti. Sullo sfondo della narrazione, la bellezza sensuale di paesaggi estremi e i drammi di un ventennio tormentato e cupo: dagli antichi templi romani di Sabratha avvolti dalla luce ai ventimila coloni che salpano nell’autunno 1938, dalle calli tripoline profumate di spezie all’Autodromo della Mellaha su cui sfreccia l’Alfa Romeo di Nuvolari.