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Sono andata a vedere in anteprima “Il giorno più bello del mondo” il nuovo film dell’attore e regista Alessandro Siani che sarà nelle sale il 31 ottobre e devo ammettere che era da tempo che non uscivo dal cinema col sorriso e sentendomi più leggera. Ma andiamo con ordine.

Arturo Meraviglia è un giovane imprenditore nel difficile mondo dello spettacolo, un’eredità paterna che è allo stesso tempo croce e delizia: si ricorda ancora di quando il padre, da bambino, lo incantava facendolo assistere alle esibizioni degli artisti nel loro teatro. “Artigiani”, li definiva, perché “costruivano” la gioia negli occhi degli spettatori.

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Gianni “pochi pochi” e Arturo Meraviglia

Oggi, invece, il teatro è chiuso, in rovina e i debiti lo sommergono; l’unico artista sotto contratto, il cabarettista “Gianni pochi pochi”, fa più piangere che ridere e Arturo non riesce a trovargli esibizioni da fare.

Tutto sembra migliorare quando Arturo riceve la chiamata che lo avvisa della dipartita dello Zio Frank che ha fatto fortuna in America e gli ha lasciato un’eredità, con la quale spera di risorgere. Peccato che l’eredità consista in due bambini, Rebecca e Gioele, che l’anziano zio aveva adottato poco prima di morire e di donare tutti i suoi averi in beneficienza.

La scoperta getta nello sconforto Arturo, almeno finché non scopre che Gioele ha un dono speciale che potrebbe far risorgere il sogno suo e di suo padre. Ma non è tutto oro quello che luccica e quando il resto del mondo scopre la capacità di Gioele saranno in tanti ad essere interessati a lui. Riuscirà Arturo a proteggere il bambino e far risplendere nuovamente il sogno del padre?

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Arturo Meraviglia e il piccolo Gioele.

Tra sketch comici e scene commoventi, prende il via un film che riesce a mischiare risate grasse a pensieri profondi, riflessioni sulla vita e sui sogni agli aspetti più spensierati di una Napoli dove un bambino con la telecinesi cosa può fare se non il parcheggiatore?

Una selva di personaggi collaterali affiancano il protagonista che ricostruisce con semplicità – ma allo stesso tempo mai superficiale – una Napoli vera e onesta, dove i consigli si chiedono a ‘O Barbiere o a “O Scienziato” e hanno tutte lo stesso peso. Dove gli amici ci sono sempre anche nelle imprese più folli e, apparentemente, senza speranza.

Anche la fotografia e le scenografie aiutano lo spettatore a immergersi nel sogno di Arturo Speranza, grazie ai colori caldi che rispecchiano la passione e il buon cuore e a quelli freddi che rappresentano l’avidità e la tecnologia che spersonalizza. Attorno al film un alone onirico che ricorda i classici di Natale, con le atmosfere alla Hugo Cabret (benché ci troviamo in un periodo storico molto distante) in grado di incantare anche gli occhi.

Stefania Spampinto

La storia non è tra le più originali, sono presenti diversi cliché e qualche attore non è esattamente Gassman (una delle migliori è senz’altro Stefania Spampinato), ma la storia e il cast sono talmente coinvolti in questa storia che scalda il cuore da trasmetterlo allo spettatore che passerà insieme a loro quasi due ore piene di risate sincere, dove non potrà che intenerirsi di fronte ai grandi occhi dolci di Gioele (Leone Riva), alla spigliatezza ed espressività della giovanissima Rebecca (Sara Rocca) e farsi conquistare dal sogno di Arturo.

Sì, perché tutto ruota attorno ad un sogno, ad una passione, al sincero desiderio di far star bene le persone, anzi, di più, di renderle felici attraverso l’arte, sempre più bistrattata e ritenuta inutile ma così importante e fondamentale da poterci rendere pieni di gioia.

Ed è proprio con questa gioia e con la sensazione di essere stati per il tempo del film davvero in un bel mondo che si esce dalla sala cinematografica, con l’ottimismo per il futuro e una passione che si riaccende nell’anima.

Un film dolce, delicato, davvero ben fatto, che vi preparerà al meglio per il periodo più bello dell’anno, il Natale, confidando che possa durare 365 giorni.