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Cosa vuol dire diventare grandi? Quand’è che inizia “la vita vera”? Quando tutto ciò che abbiamo attorno perde il fascino della fiaba e della scoperta, lasciando spazio alla realtà, dura e spietata?

Questo punto di svolta, per la protagonista de “La Vita Vera” (Solferino) di Adeline Dieudonné, ha un inizio ben preciso. I un pomeriggio come tanti, insieme al fratellino si reca dall’uomo dei gelati, nel suo camioncino colorato, per pendere due coni. Un terribile incidente accade sotto i loro occhi sbigottiti e ribalta il loro mondo gettando sotto shock l’amato fratellino Gilles.

I due vivono al Demo, un quartiere degradato, zona i cui prefabbricati tutti uguali (o quasi) sono “allineati come pietre tombali. Nella loro è presente “la stanza dei cadaveri” tra cui spicca una spaventosa iena imbalsamata che “per quanto impagliata, era viva, ne ero certa, e si godeva lo spavento suscitato in ogni sguardo che incrociava il suo“. La famiglia è completata dai genitori: la madre “ameba”, che mostra affetto solo verso le caprette che alleva, e il padre violento, le cui uniche passioni sono il whiskey, la TV e la Caccia Grossa.

Per la ragazzina proteggere Gilles e il suo innocente sorriso è sempre stato una prerogativa, ma da quell’incidente è come se nella testa del piccolo si fossero installati dei parassiti pronti ad annientare la sua dolcezza, il suo affetto, la sua fanciullezza rendendo questo una priorità assoluta.

E’ così che la protagonista – nonostante abbia solo 10 anni – inizia a studiare una strategia per salvarlo: tornare indietro nel tempo costruendo una macchina del tempo, ed evitare il nefasto incidente.

Ovviamente finivo sempre per accorgermi che c’erano dei fogli impossibili da classificare, che non erano né veri esercizi, né vera geometria, né vere moltiplicazioni. Che la vita è un minestrone in un frullatore, e che lì in mezzo bisogna cercare di non finire maciullati dalle lame che ti tirano verso il basso.


[LA VITA VERA – PAG.71

Per portare a compimento il piano, inizia ad appassionarsi alla scienza (nella quale ripone la speranza di costruire il mezzo per il viaggio nel tempo) prendendo lezioni private aggiuntive da un vecchio professore. Ciò comporterà anche trovarsi un lavoretto per pagarsi le lezioni dato che il padre non ha nessuna intenzione di sostenerla. Infine, prende un cucciolo per tentare di risvegliare la tenerezza nel fratellino, che nel frattempo ha preso la via della violenza e della crudeltà nei confronti degli animali (sulla scia del padre).

La sua fisionomia continuava a modificarsi. Non aveva più niente del bambino. A otto anni la sua chimica interna era mutata. Ero certa che fossero i parassiti che proseguivano la loro opera di inquinamento. Neanche il suo odore era più lo stesso. Come se il suo profumo si fosse inacidito. Emanava qualcosa di inquietante, era impercettibile, ma io lo sentivo. Veniva dal suo sorriso. Da quello che chiamavo il suo nuovo sorriso. Una smorfia che diceva: «Fai un altro passo verso di me e ti spacco la faccia».
Il sorriso di mio fratello puzzava.


[LA VITA VERA – PAG.91]

Ma la vita vera è dura e le prove da superare, crudeli e senza ritorno. Riuscirà la forza di volontà di una ragazzina a sconfiggere i demoni che avvolgono il fratello e, più in generale, la sua famiglia?

La vita vera” è un romanzo crudo e perturbante, permeato da quelle atmosfere da fiaba, seppur nera, che ne fanno un lettura da brividi sotto la pelle. Lo stile della scrittrice è diretto e senza fronzoli, coinvolgente e non lascia scampo al lettore che viene risucchiato nella storia fin dalle prime, inquietanti, righe.

A Casa c’erano quattro stanze. La mia, quella di mio fratellino Gilles, quella dei miei genitori e quella dei cadaveri.

[La vita vera – pag.7]

La voce della protagonista è limpida e terribilmente diretta, la narrazione è ricca di avvenimenti e permettere di assistere alla crescita della protagonista in un’escalation di violenza fino ad un punto che decreterà per sempre uno spartiacque, tra reale e fiabesco, tra fanciullezza ed età adulta.

Un vero romanzo di formazione che, grazie alla penna affilata della Dieudonné e alle forti immagini d’impatto, fa riflettere soprattutto gli adulti che nel libro vedranno luci e ombre, limiti e pregi di un ruolo – quello di genitori, insegnanti o semplici amici – che spesso non sono in grado di ricoprire e per i quali altrettanto spesso si renderanno conto di essere inadeguati.

Questo folgorante romanzo d’esordio ci ricorda quanto sia crudele la vita, ma allo stesso tempo infonde una grande speranza nel futuro, attraverso questa ragazzina che con coraggio, forza di volontà, fierezza e amore sconfinato riesce a sconfiggere “la iena” che minacciava di impossessarsi della sua vita. Perché l’ambiente in cui siamo nati, quello in cui viviamo, le persone che ci hanno cresciuto non siano ciò che siamo e siamo pienamente in grado di affrontare e sconfiggere le nostre paure – di crescere, del mondo che ci circonda, della violenza.

Un romanzo imperdibile, che cattura dalla prima riga e non lascia scampo.

N.B. “La vita vera” è una storia che per atmosfere e narrazione, in bilico tra sogno e realtà, ricorda molto “Il Nido” (Rizzoli) di Kenneth Oppel (illustrato da Jon Klassen). Se vi sarà piaciuta la lettura, non lasciatevi scappare questo romanzo.


DATI DEL LIBRO

Titolo: La vita vera
Autore: Adeline Dieudonne’
Traduzione: Margherita Belardetti
Editore: Solferino Libri
Collana: Narratori
Pagine: 220
Prezzo: 17,00 cartaceo (14,45 su Amazon) – 9,99 ebook
Data di uscita: 17 gennaio 2019

L’AUTRICE

Adeline Dieudonné (Bruxelles 1982) ha vinto con il suo primo racconto, Amarula, il Grand Prix du concours de la Fédération Wallonie-Bruxelles, nel 2017. Nello stesso anno ha scritto e interpretato la pièce teatrale Bonobo Moussaka e pubblicato il racconto Seule dans le noir.

La vita vera, il suo primo romanzo, è stato la rivelazione dell’ultima stagione letteraria francese: celebrato dalla critica, è da mesi in testa alle classifiche e si è aggiudicato prestigiosi riconoscimenti, tra cui il Premio FNAC 2018 e il Premio Renaudot des Lycéens. È in corso di traduzione in 15 lingue.