Era il 2012 quando il Guardian lo definì un “grintoso romanzo d’esordio ambientato in una società senza reti di sicurezza“. Stiamo parlando di “Panopticon” il romanzo d’esordio della scrittrice scozzese Jenni Fagan, già nota in Italia per “Pellegrini del sole” (Carbonio Editore), che ha ora deciso di ripubblicare questo suo primo lavoro (fuori catalogo nella prima edizione ISBN del 2014).
Il titolo del libro richiama la struttura in cui vengono rinchiusi i ragazzi difficili nel mondo creato da Fagan, ma alcuni ricorderanno che il Panopticon non è qualcosa di totalmente astratto. Si tratta infatti del nome che che il filosofo inglese Jeremy Bentham assegnò ad un carcere ideale (progettato nel 1791) che avrebbe permesso a un unico sorvegliante di osservare tutti i soggetti di una istituzione carceraria senza permettere a questi di capire se fossero in quel momento controllati o no. All’epoca l’idea di Bentham ebbe molta risonanza; di fatto, non venne mai realizzato un carcere con queste caratteristiche anche se alcuni suoi spunti furono presi per altre strutture. I riferimenti che balzano alla mente sono anche quelli del “Grande Fratello”, ovviamente, il dittatore immaginato da George Orwell nel suo famoso “1984”.
Nel romanzo seguiamo le vicende di Anais, quindicenne “difficile” rinchiusa in questa struttura perché accusata di aver aggredito una poliziotta. La sua permanenza nel Panopticon non sarà facile ma non sarà sola ad affrontare questa realtà
Fagan ha conquistato un grande consenso di pubblico con questo romanzo che parla di ragazzi, di formazione, ma anche degli esclusi, degli emarginati, dei “deboli”. “Panopticon” è stato tradotto in 8 lingue e la sua trasposizione cinematografica è attualmente in produzione per la Sixteen Films di Ken Loach.
IL LIBRO
Nella desolata campagna alla periferia di Edimburgo svetta una torre di guardia. È il Panopticon, una struttura a metà tra un carcere e una casa famiglia. Qui vengono rinchiusi i ragazzi senza speranza: i giovani disadattati, segnati per sempre da un’infanzia difficile. Come Anais Hendrix, 15 anni, che da quando è nata è passata da una famiglia all’altra, sballottata tra assistenti sociali e genitori adottivi. E adesso è accusata di aver mandato in coma una poliziotta.
Al Panopticon non sarà facile sopravvivere. Qui si viene spiati giorno e notte, studiati come cavie. Per non perdere la testa, il trucco è non pensare, non vedere, e magari affezionarsi agli strampalati compagni di sventura. Oppure inventarsi una meravigliosa realtà parallela…
Da una giovane scrittrice scozzese di talento, l’erede di Irvine Welsh, un romanzo spregiudicato e spiazzante, poetico e a volte osceno, pieno di humour, intelligenza e voglia di rivincita, con un’eroina indimenticabile: un misto tra la Lisbeth Salander di Stieg Larsson e la gioventù allo sbando di Trainspotting di Irvine Welsh.
Titolo: Panopticon
Autore: Jenni Fagan
Traduttrice: Barbara Ronca
Editore: Carbonio Editore
Collana: Cielo Stellato
Pagine: 320
Prezzo: E.15,500 cartaceo (E. 13,17 su Amazon)
Data di uscita: 28 febbraio 2019
L’AUTRICE
Jenni Fagan è nata a Livingston, Scozia, nel 1977, e vive a Edimburgo. Nominata ‘autrice scozzese dell’anno 2016’ al Sunday Herald Culture Awards e selezionata tra i ‘giovani autori inglesi’ dalla prestigiosa rivista «Granta» nel 2013, è stata finalista al Pushcart Prize, al Dundee nternational
Book Prize, al Desmond Elliott Prize e al James Tait Black Prize.
Di Jenni Fagan Carbonio ha pubblicato anche Pellegrini del sole.