Nuovo titolo per la neonata (e interessantissima) collana diretta da Michele Vaccari dall’evocativo nome “Altrove” (Chiarelettere), un esperimento letterario con il preciso intento di sondare il futuro prossimo, attraverso lo sguardo di scrittori attenti alle dinamiche sociali e umane.
Sfiora il distopico – ma se chiedete all’autrice vi dirà che sta già tutto avvenendo – “Festa Nera”, il secondo titolo da poco uscito in libreria e scritto da Violetta Bellocchio.
Protagonista del libro è una troupe televisiva tanto sgangherata quanto caparbia che decide di raccontare il mondo così come è diventato: ancora più diviso di oggi, un luogo dove le persone sopravvivono trincerandosi dietro ideologie sempre più ristrette.
Vittime loro stessi di shaming, i tre si trovano a vagare per un’Italia inconsueta e a raccontare un mondo sempre più allo sbando.
Di questo e molto altro si è parlato a Ciao Radio nell’intervista a Violetta Bellocchio:
Il libro
Dopo un terribile caso di shaming che li ha quasi distrutti, Misha, Nicola e Ali tornano dietro la macchina da presa per raccontare il mondo in cui sopravvivono. Sono reporter, ma soprattutto sono ragazzi.
Nell’Italia del futuro, fare documentari è un lavoro socialmente utile, l’ultimo stadio di un’umanità che ha scelto il tracollo come aspirazione esistenziale.
L’unica via di fuga è la Val Trebbia, culla di nuove comunità autarchiche. Seguendo il fiume come una linea d’ombra, i protagonisti incontreranno madri che venerano il dolore, uomini convinti che la donna sia un virus invincibile, hipster eremiti che ripudiano la tecnologia, famiglie integraliste che credono in un’Apocalisse ormai passata di moda, un misterioso guaritore, “il Padre”, capace di sanare ogni malattia, a un prezzo.
L’autrice
Violetta Bellocchio è nata a Milano il 4 settembre 1977. Ha scritto alcuni libri, quello che l’ha resa famosa è il memoriale “Il corpo non dimentica” (Mondadori 2014). È stata una firma storica di “Rolling Stone Italia” e “Rivista Studio”. Oggi collabora a “Link”, “Vanity Fair”, “il Tascabile” e “Not”. Ha fondato e curato per due anni la rivista online “Abbiamo le prove”, la prima in Italia dedicata alla sola nonfiction femminile, ed è stata editor dell’antologia “Quello che hai amato” (Utet 2015). I suoi racconti sono apparsi in numerose riviste e antologie, tra cui “L’età della febbre” (minimum fax 2015).