Con “La vita com’è” (La Nave di Teseo) è stato colpo di fulmine. Ho letto il titolo, la trama, il retro copertina e già sapevo che quel libro mi avrebbe conquistata. E dire che la cover (uno degli aspetti dei libri che mi colpisce più di tutti) non era niente di speciale: un rosa pallido con l’immagine in primo piano di un piccione che zompetta e dietro persone vestite di nero che camminano.
Eppure, il libro di Grazia Verasani ha saputo “parlarmi” come da tempo non succedeva, grazie ad una scrittura affilata, una buona dose di stilettate ironiche e argomenti tanto attuali quanto “sempreverdi” come, parafrasando il sottotitolo, “bar, piccioni, cimiteri e giovani scrittori” (e chi conosce Bologna, città in cui si svolge il romanzo, sa quanto quei volatili siano OVUNQUE, perché no in un libro?).
E’ stato quindi il libro l’occasione per incontrare la scrittrice Grazia Verasani e sviscerare alcuni degli argomenti più curiosi e interessanti del romanzo.
Qui di seguito trovate il podcast della puntata:
TRAMA
Un giorno di giugno, Giovane Scrittore chiama la scrittrice di cui ha letto tutti i romanzi e le sottopone il suo manoscritto per avere un parere e magari qualche consiglio. Lei ha vent’anni di più, ma a lui sembra non importare, la cerca, le scrive, la segue, le fa una corte serrata. Lei lo respinge sistematicamente. Si instaura così un legame spassoso, litigioso, pieno di dialoghi caustici sul mondo – in particolare quello letterario – e sull’amore: il disincanto dell’una incontra la leggerezza dell’altro, mentre l’estate sfuma velocemente nell’autunno. Bloccata in auto nella zona industriale di Bologna, per colpa di un piccione dispettoso che le sbarra la strada, lei snocciola il suo quotidiano tra bar, vicini di casa centenari, librerie, amici, ex fidanzati, parenti, cimiteri, in una osservazione spicciola e spesso tragicomica della realtà, a cui fa da contraltare la fiducia verso il futuro di Giovane Scrittore: a lui, infatti, il compito di smussare gli angoli di un vivere dove si ride di tutto per non piangere, l’amore non dura e i romanzi rischiano sempre l’estinzione.
AUTRICE
Grazia Verasani (Bologna, 1964), scrittrice, drammaturga, musicista, ha pubblicato a oggi quindici libri, tra cui Quo vadis baby? (2004), che nel 2005 è diventato un film di Gabriele Salvatores e in seguito una serie tv prodotta da Sky. La sua opera teatrale From Medea – Maternity Blues, rappresentata in Italia e all’estero, nel 2012 è diventata un film vincitore di due Globi d’oro. Il suo ultimo romanzo è Lettera a Dina (2016). Ha studiato pianoforte classico e collaborato con diversi artisti. Lavora anche come sceneggiatrice e ha scritto articoli per quotidiani e riviste. I suoi libri sono tradotti in vari paesi tra cui Francia, Germania, Portogallo, Stati Uniti, Russia. Il suo sito è www.graziaverasani.it