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fredrik backman - uomo metteva ordineE’ in libreria questo libro dal curioso titolo: L’uomo che metteva in ordine il mondo, scritto dallo svedese Frederik Backman (Mondadori).

Sono diverse le cose che mi hanno colpito e convinto a leggerlo. Innanzitutto, anch’io sono un po’ pignola e trovo decisamente disordinato questo mondo ;-) . L’azzurro del cielo in copertina è un’immagine in netto contrasto con tutta la paste bassa della copertina e lascia vagare l’immaginazione. In ultimo – ma non ultimo – adoro i gatti e l’idea che il felino (con un orecchio mozzato e la coda a metà) sia uno dei personaggi principali del libro, in grado di sconvolgere la vita di Ove (il vero protagonista) mi allettava parecchio. A libro terminato posso dire di essermi trovata di fronte ad un libro fuori dal comune, lento, duro, ironico, tenero, sorprendente. Ecco la mia recensione.

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Ove ha 59 anni. Guida una Saab. La gente lo chiama “un vicino amaro come una medicina” e in effetti lui ce l’ha un po’ con tutti nel quartiere: con chi parcheggia l’auto fuori dagli spazi appositi, con chi sbaglia a fare la differenziata, con la tizia che gira con i tacchi alti e un ridicolo cagnolino al guinzaglio, con il gatto spelacchiato che continua a fare la pipì davanti a casa sua. Ogni mattina alle 6.30 Ove si alza e, dopo aver controllato che i termosifoni non stiano sprecando calore, va a fare la sua ispezione poliziesca nel quartiere. Ogni giorno si assicura che le regole siano rispettate. Eppure qualcosa nella sua vita sembra sfuggire all’ordine, non trovare il posto giusto. Il senso del mondo finisce per perdersi in una caotica imprevedibilità. Così Ove decide di farla finita. Ha preparato tutto nei minimi dettagli: ha chiuso l’acqua e la luce, ha pagato le bollette, ha sistemato lo sgabello… Ma… Ma anche in Svezia accadono gli imprevisti che mandano a monte i piani. In questo caso è l’arrivo di una nuova famiglia di vicini che piomba accanto a Ove e subito fa esplodere tutta la sua vita regolata. Tra cassette della posta divelte in retromarce maldestre, bambine che suonano il campanello offrendo piatti di couscous appena fatti, ragazzini che inopportunamente decidono di affezionarsi a lui, Ove deve riconsiderare tutti i suoi progetti. E forse questa vita imperfetta, caotica, ingiusta potrebbe iniziare a sembrargli non così male…

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Difficile scrivere la recensione di un romanzo così particolare. Nell’anteprima avevo notato una certa somiglianza con un personaggio notissimo della letteratura, Ebenezer Scrooge protagonista di Canto di Natale, ma leggendo il libro mi sono resa conto che si tratta di un accostamento errato. Ove non è un taccagno né pensa prima ai propri interessi che a quelli degli altri. Ove è un uomo tutto d’un pezzo, con principi estremamente saldi ereditati dal padre, un uomo che tutti ammiravano per il buon carattere e per la coerenza. Ove è leale a tal punto da venir licenziato pur di non accusare (anche se giustamente) un collega di lavoro. La cosa che mi ha colpito di quest’uomo è la purezza, l’ingenuità direbbe qualcuno, che lo porta anche ad essere più volte truffato ma a biasimare solo se stesso. Un essere talmente “candido” da riuscire a conquistare – per sua grande sorpresa – una bellissima e intelligente ragazza che diventerà poi la moglie.

I suoi giorni erano trascorsi così, lenti e metodici. Finché, una mattina, l’aveva incontrata. Aveva gli occhi azzurri, le scarpe rosse, e portava lunghi capelli castani raccolti con un grosso fermaglio dorato. Da quel momento, Ove non aveva più avuto pace.

L’amatissima moglie, Sonja, è morta, non fa più parte della vita di Ove ma va da lei al cimitero e le parla al presente (scocciato che lei non risponda), nonostante sia morta da sei mesi ogni giorno controlla che “lei” non abbia aumentato la temperatura del riscaldamento (sprecando così energia) ed è a lei che pensa ogni volta che incontra lo spelacchiato gatto che sta impunemente – e senza permesso – ad osservalo con aria di sfida dal suo giardino o che ha il coraggio di congelarsi sotto il suo cumulo di neve, oppure quando la nuova vicina incinta gli chiede di accompagnare lei e le due figlie (di 3 e 7 anni) all’ospedale dal padre.

Sì, perché Sonja non era solo la compagna di una vita, “la gente diceva che Ove e sua moglie erano come il giorno e la notte. Intendendo che lui fosse la notte, era ovvio. A Ove la cosa dava un po’ fastidio. Sonja, invece, se la rideva e, strizzando l’occhio, ribatteva che il effetti il ragionamento non faceva una piega, se non altro perché di notte si risparmiava energia elettrica. (…) «Basta un solo raggio di sole per scacciare le ombre» gli aveva detto una volta, quando lui le aveva chiesto perché dovesse per forza essere sempre così allegra.“.

Sonja e Ove hanno passato quasi quarant’anni insieme e mano a mano che il libro si dipana scopriamo come si sono conosciuti, quando hanno deciso di sposarsi, com’era la loro vita insieme. Sappiamo anche com’era Ove prima e com’è Ove dopo Sonja e per tutto il libro, nonostante le continue brontolate, le cose che non vanno bene, gli insulti che subisce, siamo legati a questo filo e sentiamo che dietro al “vicino amaro come una medicina” c’è qualcosa di più profondo che scava in lui – e in noi lettori – proprio legato alla moglie: “Se qualcuno glielo avesse chiesto, Ove avrebbe risposto che una vita prima di lei, non ce l’aveva. E nemmeno l’avrebbe avuta dopo.“.

E’ per questo che decide di farla finita, ma sembra che da Lassù ci siano piani diversi per il burbero Ove e sulla sua strada ci saranno diversi ostacoli, a partire da una corda che si spezza (“non le fanno più come una volta”), a una bambina di 3 anni che ha deciso inopportunamente di affezionarsi a lui e di un gatto sfacciato e opportunista che ha scambiato il giardino di Ove per casa sua: “sedeva con noncuranza al centro del vialetto pedonale tra le abitazioni. Gatto, poi. Aveva mezza coda e un solo orecchio, e quà e là chiazze senza pelo, come se qualcuno glielo avesse strappato a manciate (…) Il gatto si è alzato. Ove si è bloccato. I due si sono studiati per qualche istante, come dei potenziali rivali in una locanda di campagna a tarda sera. Ove ha meditato se lanciargli contro uno dei suoi zoccoli. Il gatto è sembrato maledire il fatto di non disporre di zoccoli da lanciare a sua volta.“.

Lo stile di scrittura è ponderato, lento ma mai noioso. Si sente la calma e la quiete tipica degli scrittori nordici in un libro che si dipana delicatamente e ti fa affezionare ai personaggi a tradimento 😉 , un po’ per volta, fintanto che non vedi l’ora di continuare a leggere ed entrare anche tu in questo mondo pieno di regole di Ove, che invidi perché ha le idee chiare, si è imposto delle regole e le segue, convinto di essere sempre nella direzione giusta. Un po’ ingenuo? Certamente, ma allo stesso tempo rassicurante. Buono a suo insaputa. Ironico e irriverente, è una piacevole lettura.

In un libro, spesso, “vediamo” quello che vogliamo “vedere” e altrettanto spesso i libri danno sensazioni diverse a persone diverse. Qui c’è la storia di un uomo che ha incontrato la sua anima gemella, colei che lo compensava e che si incastrava perfettamente nelle sue imperfezioni. Normale che scomparsa lei Ove si sia trovato spaesato e senza quella guida che lo faceva stare in carreggiata. Ma è anche vero che tutto il bene che una persona concede in vita non termina con la propria morte, ma continua a vivere in chi l’ha incontrata. Per questo Ove è tollerante con il gatto e aiuta i vicini. Con lui ci sono sempre la moglie e l’amato padre ma ha bisogno di rendersi conto di questo e il destino – per chi ci crede – ha senz’altro più di uno zampino in questa storia. Una storia dolce, quando leggiamo di Ove e Sonja, dura, quando Ove parla della sua infanzia finita troppo presto e del doppio lavoro che era costretto a fare, tenera, quando parla delle bambine che gli si sono affezionate e ironica, per via di quel gatto appiccicoso che lo segue ovunque, irritante, quando lo seguiamo nel suo percorso giornaliero per “organizzare” un mondo che in realtà è caos allo stato puro. Ma in fondo in fondo, ci rendiamo conto, va bene così perché ci ricorda che ogni giorno vale la pena vivere.

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fredrik backmanFredrik Backman è giornalista e blogger di enorme successo. Il protagonista di questo romanzo nasce nelle pagine del suo blog dove migliaia di lettori l’hanno amato, al punto di chiedere al suo autore di trasformarlo in un personaggio di romanzo. Tradotto in più di trentadue paesi, L’uomo che metteva in ordine il mondo è il libro più amato di Svezia negli ultimi anni.

Titolo: L’uomo che metteva in ordine il mondo
Titolo originale: En man som heter Ove
Autore: Fredrik Backman
Traduttore: Anna Airoldi
Editore: Mondadori
Collana: Scrittori Italiani e Stranieri
Pagine: 324
Prezzo: 18,00 cartaceo (E. 15,30 su Amazon) – 9,99 ebook
Data di uscita: 9 settembre 2014

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