“Annabel non si muoveva da due giorni. Era così pallida, e la sua pelle così gelida, che avrebbe perfettamente potuto essere scambiata per un cadavere, un’inquietante similitudine accentuata dalla necessità di dover dormire dentro una bara. Eppure Annabel non era un vampiro né una non-morta. Soffriva di cuore dacché aveva memoria, non da troppo tempo, dal momento che aveva appena sei anni. E la bara non implicava che dovesse morire, ma piuttosto era dovuta al fatto che la piccola abitava in un cimitero.”
TRAMA
Il romanzo è raccontato in terza persona e segue il personaggio principale, Annabel Lovelace, una scelta abbastanza comune nella scrittura. Quello che non è comune è lo svolgimento della narrazione che risulta in ordine cronologico a partire dall’età di 6 anni della protagonista e che segue passo passo la sua vita. Scelta originale se si considera la “moda” di far partire un romanzo da dentro l’azione che si svolge. Si ha l’impressione di trovarsi davanti a più volumi in uno solo accentuato dal fatto che è suddiviso in 3 parti.
Lo stile della Alvarez è particolareggiato e mai prolisso, accattivante e coinvolgente. Quello che invece sfugge è la trama del libro o meglio, le trame che contraddistinguono le diverse parti del libro: Annabel bambina, Annabel ragazza, Annabel donna.
Ammetto di essere molto affascinata dalla Londra vittoriana, dallo spiritismo, dalla parola “eterna” del titolo e dalla splendida copertina. Mi sono innamorata del libro e fino a metà ero pronta a gridare al miracolo. Dalla metà in poi tutti quegli elementi che mi avevano affascinata sono mano a mano caduti a discapito di una storia d’amore “impossibile” che ha cancellato tutto il resto.
Piccola parentesi sul titolo: l’originale era Hojas de dedalera, Fiori di digitale purpurea, l’essenza che Annabel è costretta ad assumere ogni giorno per mantenersi in vita. Ora, certamente Eterna è di gran lunga più affascinante ma rischia di fuorviare il lettore (la protagonista è tutt’altro che immortale!).
Infine, non pensate di trovarvi davanti ad un giallo, nè ad un romance, nè tantomeno ad un libro paranormal (nonostante tale aspetto sia in parte sviluppato, ma non è al centro del libro). La definizione più vicina è un libro storico, con venature paranormali e all’interno una storia d’amore impossibile.
Tutto ciò rende davvero difficile la valutazione. Il libro vale certamente la pena di essere letto ma si arriva alla fine pensando “tutto qua?”. Date le premesse mi aspettavo decisamente una piega diversa. Non è un brutto finale quello che aspetta il lettore ma nemmeno un happy ending. Il tutto unito al fatto che sono molti i punti interrogativi rimasti irrisolti (il libro è autoconclusivo), mi fa propendere per una promozione con riserva quando ero partita da una laurea con lode. Un esordio promettente, un bel libro ma purtroppo non un capolavoro. Bastava poco per renderlo tale.
L’AUTRICE
Victoria Álvarez è cresciuta circondata dai libri. Sin da piccola ha avuto una spiccata propensione per la scrittura. Ha vinto una lunga serie di concorsi letterari che l’hanno portata alla pubblicazione del suo primo romanzo. La meticolosa ricostruzione storica, l’ambientazione curata nel dettaglio, un cast di personaggi indimenticabile, il tutto accompagnato da una penna dall’indubbio valore letterario, l’hanno imposta come una delle voci più interessanti del panorama attuale. Eterna è un vero fenomeno internazionale, in corso di pubblicazione in diversi paesi stranieri. Negli ultimi anni l’autrice ha vissuto tra Parigi, Roma e Salamanca, dove sta attualmente portando a termine un dottorato in letteratura.
DATA DI USCITA: 11/2012
CASA EDITRICE: Fanucci
GENERE: Narrativa / Paranormal
TITOLO ORIGINALE: Hojas de dedalera