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Come spesso accade è merito della copertina, prima, e della trama, poi,  se ho acquistato La Rabdomante di Bradford Morrow, edito da Elliot. Ho scoperto poi leggendolo che sia la prima che la seconda erano in realtà fuorvianti, ma per fortuna tutto ciò è stato solo positivo. Ecco quindi qualche indicazione per comprare il libro … non solo per la confezione!

Per capire la particolarità del romanzo è bene conoscere innanzitutto l’autore che si presenta sul mercato italiano con La Rabdomante ma che in realtà ha già pubblicati più di 20 libri, di diversi generi letterari, e venduto oltre 10 milioni di copie in tutto il mondo.

Morrow è un romanziere americano, editore, saggista, poeta e scrittore di libri per bambini. Professore di letteratura al Bard College, è fondatore ed editore della rivista letteraria semestrale Conjunctions con sede presso il Bard College. E ‘ stata fondata nel 1981 ed è attualmente curata proprio da Bradford Morrow. La rivista pubblica narrativa innovativa, poesia, critica, teatro e arte.

Una premessa importante perchè se vi aspettate di leggere un romanzo giallo o, ancor di più, un romanzo fantasy siete stati portati fuori strada. L’autore è, prima di tutto, un poeta, come si nota dal modo di scrivere complesso, dalle numerose metafore e dalle immagini che riesce a trasmettere. In secondo luogo escono le caratteristiche di studioso di letteratura e saggista che trasformano questa storia in un viaggio dentro se stessi, un lento ripercorrere del processo soprattutto mentale e sentimentale di una donna, Cassandra, nata con un’eredità famigliare che spesso lei stessa mette in dubbio, tanto da portarla ad essere un’emarginata. Ma questo non fermerà Cass anche se il confine tra reale e irreale la confonderà, la porterà spesso fuori strada fino al limite della pazzia e la farà sentire spesso una outsider.

Ed è all’interno di questo contesto che nasce La Rabdomante, ispirata all’autore da una vicenda che lui stesso ha vissuto in prima persona: tempo fa ebbe un problema in una sua proprietà di New York, uno scantinato si allagò, e lui chiamò gli escavatori per risolvere il problema. Loro gli consigliarono di contattare un “water-witch”, un rabdomante, per evitare di perdere tempo scavando a caso. Con scetticismo chiamò comunque l’esperto che gli avevano consigliato. Si presentò con la sua bacchetta, lo seguì nella proprietà e prese nota delle sue constatazioni che si rivelarono tutte esatte. Morrow fu così colpito da questa esperienza che si iscrisse anche ad una scuola di Rabdomanzia per conoscere meglio la materia, pur restando, chiaramente, solo un hobby (per i dettagli, leggete questa intervista).

La trama

La protagonista del libro è Cassandra (nome scelto di proposito dall’autore che ama i doppi sensi: Cassandra infatti nella mitologia greca è sacerdotessa nel tempio di Apollo da cui ebbe la facoltà della preveggenza ma dato che prevedeva terribili sventure era pertanto invisa a molti), una giovane madre single di 2 gemelli che proviene da una lunga stirpe di Rabdomanti, coloro che, spesso dietro compenso, sono in grado di individuare, attraverso l’uso di una bacchetta, falde acquifere, filoni di metallo nel sottosuolo e, in alcuni casi, anche oggetti scomparsi.

Cass però ha anche una croce che si porta dietro. E’ infatti in grado di prevedere eventi tragici come la morte del fratello, ad esempio, previsioni che la fanno apparire strana e un pò inquietante. Un talento, per così dire, che l’ha portata al limite della pazzia, procurandole visite da diversi specialisti e imbottendosi di medicinali.  Ed è proprio questo il consiglio che le viene dato quando iniziamo a conoscerla.

Cass viene contattata per un sopralluogo nella proprietà degli Henderson. Il suo cliente, un agente immobiliare, intende creare uno stagno sufficientemente grande da essere definito un lago, attorno al quale costruire un gruppo di case alla moda. Mentre la donna percorre il bosco alla ricerca di una falda acquifera adatta allo scopo, si imbatte fortuitamente in una giovane donna impiccata: “Non era un manichino, nè un pupazzo. Non era nient’altro che una ragazza, probabilmente viva fino alla settimana scorsa, forse fino a ieri, e adesso non più. Non potei farne a meno. Agii d’istinto. Avrei dovuto lasciarla stare, non toccare nulla. Era la scena di un crimine, dopo tutto. Invece, l’abbracciai“.

Poco dopo, rendendosi conto di poter essere in pericolo, Cassandra ritorna velocemente al furgone per andare a chiedere aiuto ma quando torna sul posto con la polizia non ci sono segni della ragazza impiccata, nè di corde o tracce che possano ricondurre ad un omicidio lì avvenuto. Cass è sotto choc, non capisce come sia stato possibile, lei ha toccato anche il corpo ed era reale. L’unico a crederle è Niles, suo amico d’infanzia e capo della polizia il quale sà che c’è sempre un perchè quando la donna vede qualcosa. Il giorno dopo decidono quindi di tornare loro due in esplorazione. Vagando nel bosco si imbattono casualmente in una ragazza viva, terrorizzata e malandata, che tenta di scappare. Si chiama Laura e risulta essere scomparsa 2 settimane prima. Non assomiglia alla ragazza impiccata vista da Cass e lei dice, dopo un’iniziale esitazione, di essersi allontanata volontariamente da casa. La famiglia è grata alla donna che ha riportato a casa la figlia. Una gratitudine che Cassandra sente di non meritare: “Ero soltanto una donna a cui era stato assegnato un incarico che non aveva portato a termine, una persona che vedeva cose che non c’erano e a cui, a volte, capitava di imbattersi in qualcuno che non stava cercando. Non proprio la biografia di un’eroina“.

A questo punto Cass, sconvolta per l’accaduto, decide di lasciare la propria casa insieme ai figli per delle ferie anticipate (siamo nel mese di maggio) sull’isola del faro che la sua famiglia ha ricevuto in eredità anni prima. Un atollo sperduto nel mare dove Cass spera di ritrovare pace perchè sente che “il mostro”, la follia, è di nuovo dentro di lei ma non vuole rivolgersi a psichiatri o simili, deve vedersela da sola.

Ma anche sull’isola accadono fatti strani, vede persone che non ci sono e si sente seguita. Riceve una cartolina dove le viene intimato di lasciar stare Laura o sarà peggio per lei. Inizia quindi una caccia al mostro dentro e fuori di lei, intervallata dal racconto di eventi passati e presenti che ci portano per mano a conoscere questa straordinaria donna, a vivere la sua tragica vita e ad accompagnarla verso, forse, un futuro più sereno.

Come noterete, la trama è solo un sottile filo rosso che dà la possibilità alla protagonista di raccontarsi e di capirsi, di vivere e di esplorare le sue facoltà che spesso vede come menomazioni.

Un libro che dà modo di riflettere anche sulla propria vita e sulle proprie difficoltà: “La comitiva rientrò a casa nel tardo pomeriggio. Il furgoncino appena revisionato, correva come un vecchio e robusto cavallo da corsa, o meglio, come un buon cavallo da traino che non aveva mai perso il gusto di correre.Sarebbe bello se esistesse un’autofficina in cui portare noi stessi, ogni tanto, per una messa a punto della nostra persona, una revisione dello spirito“.

La Rabdomante, chiariamolo subito, è un bel libro, mi è piaciuto particolarmente proprio per la caratterizzazione psicologica della protagonista. Una donna come tante, con le proprie insicurezze e incertezze con l’aggravante di un dono difficile da gestire e che spesso la allontana dalla comunità di cui fa parte. Un romanzo che, però, non è la tipica lettura da ombrellone. Spesso impegnativo, può risultare lento grazie all’estrema articolazione delle frasi, ai termini ricercati e ai frequenti flashback nel passato di Cass. Un romanzo che, come detto all’inizio, può essere visto principalmente come un viaggio dentro se stessi, un rivedere la propria vita, i fatti che sono accaduti, per scoprire come niente resta sospeso, come tutto prima o poi trova un compimento, positivo o negativo che sia.

In sostanza, il consiglio è quello di leggere questo libro perchè merita, con la consapevolezza di dovergli dedicare tempo e attenzione, con il vago sentore che tale esperienza non si limiti alla vita di Cassandra ma possa includere in qualche modo anche la nostra.

La Rabdomanzia

Per chi volesse approfondire questa antichissima pratica divinatoria troverà molte informazioni sul web. In linea generale consiste nel tentativo di individuare acqua o filoni di metalli nel sottosuolo utilizzando uno strumento di legno, generalmente una bacchetta biforcuta, che è utilizzata come amplificatore dei movimenti del corpo generati da radiazioni emesse dall’oggetto ricercato. Questa pratica, conosciuta sin dal III millennio a.C. nell’antica Cina e nell’antico Egitto, non è riconosciuta dal punto di vista scientifico, tuttavia ci sono numerosissime testimonianze che ne confermano la validità. Come indicato anche da Bradford nei “Ringraziamenti” a fine libro: “Molti professionisti del settore indicano la propria attività con il termine rabdomanzia e non divinazione, ma non ho saputo resistere alla miriade di implicazioni presenti in quest’ultima parola, che ritengo necessaria per il mio libro“. Da ricordare infatti che il titolo originario del libro è The Diviner’s Tale. In inglese il termine “rabdomante” può essere egualmente tradotto come “diviner” o come “dowser”, certamente meno evocativo del termine usato dall’autore.

Perchè rifiutare quindi il termine “pratica divinatoria”? Perchè la divinazione è la capacità di ottenere informazioni da fonti soprannaturali, mentre i Rabdomanti ritengono che la loro sia una pratica estremamente umana, che derivi da una maggiore sensibilità verso la terra e ciò che contiene, non da poteri ultraterreni.

Le copertine

Tutti noi sappiamo l’importanza della confezione di un libro. Spesso una bella copertina fa vendere di più e se ciò è utile a far conoscere un bel libro … ben venga. Ci tengo però anche a farvi vedere la copertina americana di The Diviner’s Tale perchè in questo caso è più azzeccata (anche se meno bella): la chiave del libro, infatti, è il bosco dove la protagonista scopre il cadavere dell’impiccata, dove trova la ragazza allontanata da casa e dove dovrà tornare per trovare la chiave di questo mistero che, in realtà, risiede nel suo passato.

Per chi volesse curiosare, qui trova il sito dell’autore.

Buona lettura!

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