In Italia i generi letterari sembrano essere dipendenti dalle identità di genere ma è vero che a seconda del sesso siamo in grado di scrivere un tipo di libro piuttosto che un altro? E, soprattutto, i lettori, cosa ne pensano?
Repubblica ha inaugurato per l’estate 2018 una collana di 33 titoli Noir: “grandi storie piene di colpi di scena e personaggi memorabili creati dai migliori autori italiani e stranieri“. Di questi, 22 sono di scrittori (di cui 13 italiani e 9 stranieri) e 11 di scrittrici, tutte straniere (QUI trovate l’elenco completo). Possibile che non ci sia nemmeno un’italiana che abbia scritto un libro noir di successo da inserire in questa accurata selezione?
E’ di qualche giorno fa, invece, un articolo che sembrava più rassicurante, quantomeno a partire dal titolo. Su Gioia si legge: “IL THRILLER DECLINATO AL FEMMINILE, OVVERO I LIBRI GIALLI FIRMATI DA SCRITTRICI CHE NON SI POSSONO IGNORARE”. Un plauso alla giornalista che, contrariamente a Repubblica, si è accorta che questo genere sta appartenendo sempre più anche alla sfera femminile. Purtroppo però dei 16 romanzi citati, nessuno è scritto da autrici italiane.
Un’interessante osservazione la fa in questo articolo Michela Murgia che specifica come ci sia una “sottorappresentazione del pensiero delle donne nei media e negli spazi culturali, la cui presenza raramente supera il 10% e in molti casi è persino inferiore”.
Eppure, pensando al genere in Italia, sono tanti i libri scritti da donne di enorme successo. E’ il caso di Barbara Baraldi, che ha recentemente dato vita alla profiler Aurora Scalviati, efficace protagonista di due romanzi di successo come “Aurora nel Buio” (grazie al quale ha vinto il premio Garfagnana in giallo 2017 dedicato ad Alfred Hitchcoc, il Premio Buk Festival 2018 e il Premio NebbiaGialla 2018 per la letteratura noir e poliziesca – edit del 16/09/18) e “Osservatore Oscuro” (entrambi Giunti Editore, 2017/2018). L’autrice emiliana non è comunque nuova al genere avendo iniziato la sua carriera proprio partendo dal suo thriller d’esordio “La ragazza dalle ali di serpente” (Zoe), uscito nel 2007 sotto lo pseudonimo di Luna Lanzoni; per due anni consecutivi ha ricevuto il Premio Mario Casacci per i racconti di genere giallo “Dorothy non vuole morire” e “La sindrome felicità repulsiva”. Il suo racconto “Una storia da rubare” ha vinto il XXXIII Premio Gran Giallo Città di Cattolica. Nel 2011, la Baraldi è tra gli intervistati del documentario BBC Italian noir, insieme ad altri grandi autori come Carlo Lucarelli, Andrea Camilleri, Massimo Carlotto e Giancarlo De Cataldo.
Come lei, anche Grazia Verasani, affermata scrittrice italiana, si è contraddistinta – già nel lontano 2004 – per le sue capacità narrative nel genere noir raccontando le vicende dell’investigatrice privata Giorgia Cantini. Dal romanzo “Quo vadis, Baby?” (Mondadori) sono stati tratti nel 2005 l’omonimo film con la regia di Gabriele Salvatores (interpretato da Angela Baraldi, con la stessa Verasani come collaboratrice alla sceneggiatura) e nel 2008 la serie televisiva (QUI il trailer) ideata dallo stesso Salvatores e diretta da Guido Chiesa per SKY Cinema.
Noir, giallo e thriller si scontrano con la terribile attualità del femminicidio nel recente riuscitissimo romanzo di Marilù Oliva “Le Spose Sepolte” (Harper Collins Italia, 2018) che ha per protagonista la giovane ispettrice Micol Medici. Ultimo esempio di una carriera che ha visto la scrittrice con successo sulle scene letterarie italiane già grazie al personaggio di Elisa Guerra, la Guerrera, appassionata di criminologia e spalla di un ispettore impeccabile, Gabriele Basilica (la trilogia della Guerrera è composta da “¡Tú la pagarás!“, “Fuego” e “Mala Suerte“, Elliot 2010/2012) .
Un’altra scrittrice (e fumettista) italiana che si è contraddistinta nel genere è Paola Barbato, che ha esordito nel 2006 con “Bilico” (Rizzoli) dove conosciamo Giuditta Licari, una dottoressa, specializzata in psichiatria criminale che collabora da anni col reparto di polizia scientifica o “Mani Nude” (Rizzoli) che l’anno successivo vince il prestigioso premio di letteratura Gialla “Scerbanenco”. Di recente pubblicazione, invece, i thriller psicologici “Non ti faccio niente” e ” Io so chi sei” (Piemme, 2017/2018) che ne confermano le indiscusse capacità narrative.
L’elenco di scrittrici italiane di successo in questo genere è, in verità, molto lungo e variegato e non si può omettere di citare Danila Comastri Montanari che del Giallo Storico è assoluta protagonista soprattutto grazie alla serie incentrata sulla figura di Publio Aurelio Stazio che al momento conta 18 volumi (“Mors Tua“, il primo romanzo, ha vinto il Premio Tedeschi nel 1990 ed è stato stampato nella collana Il Giallo Mondadori con il numero 2161 e nello Speciale Giallo Mondadori, n.1, nel 1994) . Sul genere ha scritto anche il saggio “Giallo antico. Come si scrive un poliziesco storico”, edito da Hobby & Work nel 2007.
Il suo libro d’esordio, “Il Divoratore” (Newton Compton, 2011), è stato un caso editoriale nel 2010, un thriller dalle venature scure per Lorenza Ghinelli che può vantare una scrittura affilata e una certa profondità nella caratterizzazione dei personaggi, di cui riesce a cogliere le sfumature più oscure. Oggetto di un’asta per i diritti internazionali alla Fiera del libro di Francoforte, è stato tradotto e venduto in sette Paesi. Il suo secondo romanzo “La Colpa”, è stato finalista al Premio Strega edizione 2012.
Da citare Margherita Oggero dal cui primo romanzo, “La collega tatuata” (Mondadori, 2002), è stato tratto il film “Se devo essere sincera” (di Davide Ferrario, con Luciana Littizzetto). Ma non solo: la Oggero è la creatrice dei racconti che hanno ispirato la serie televisiva “Provaci ancora prof”.
Tanta ironia, invece, nei gialli di Chiara Moscardelli che nei suoi ultimi romanzi ha virato verso questo genere, pur mantenendo eroine piene di difetti e insicurezze
(e per questo, in grado di empatizzare immediatamente col lettore), ma dotate di grande intuito e di quella capacità innata di ritrovarsi sempre nei posti sbagliati al momento sbagliato. Con “Teresa Papavero e la maledizione di Strangolagalli” (Giunti, 2018) ha preso il via una nuova serie che si ispira a “La Signora in Giallo” ma che ha l’unicità e l’umorismo tipico della scrittrice romana.
In bilico tra il giallo e la commedia romantica sono anche i romanzi di Alessia Gazzola che ha raggiunto la notorietà grazie alle avventura dell’aspirante anatomopatologa Alice Allevi, pasticciona, ma dotata di grande intuito investigativo. “L’Allieva” (Longanesi, 2011) è stato caso letterario dell’anno per l’alto numero di copie vendute da un’opera prima. La serie (che al momento conta 8 romanzi), best seller in Italia, è stata tradotta in Germania, Francia, Spagna, Turchia, Polonia, Serbia e Giappone e adattata per il piccolo schermo dalla RAI. Trasmessa in prima serata su Rai 1 dal 27 settembre al 31 ottobre 2016, la serie televisiva “L’allieva” ha ottenuto oltre il 21% di share con una media di 4.800.000 spettatori, venendo riconfermata per una seconda stagione e i diritti di trasmissione sono stati venduti anche all’estero (tra gli altri in Francia, Germania, Giappone, Spagna e Turchia).
Un altro personaggio, unico nel suo genere, è Vani Sarca: la ghost writer così capace di immedesimarsi negli altri da diventare una collaboratrice insostituibile del Commissario Berganza. Sto parlando della serie ideata da Alice Basso che coniuga alla perfezione l’idea del poliziesco, del profiling fuori dalle righe e dell’ironia con cui pervade ogni suo scritto. “L’imprevedibile piano della scrittrice senza nome” (Garzanti) è il primo di una serie (al momento di 4 libri-tutti bestseller) con protagonista l’antisociale (ma divertentissima) Vani, che si trova spesso a dover gestire anche i piccoli drammi quotidiani del lavoro in una casa editrice (di cui ne svela spesso i retroscena).
Da segnalare anche l’esordiente Ilaria Tuti che con il suo thriller psicologico “Fiori sopra l’inferno” (Longanesi, 2018) ha già vinto il premio “La Provincia in Giallo” ed è stata finalista al Premio NebbiaGialla-Suzzara Noir Festival. I diritti di pubblicazione internazionale per il suo romanzo sono stati venduti, ancor prima della pubblicazione in patria, in Francia, Germania, Spagna e per i paesi di lingua Inglese. Il commissario Teresa Battaglia è una protagonista fuori dagli schemi, un commissario sessantenne, pieno di umanità, profiler da sempre, con un atteggiamento riservato e quasi ostile nasconde una fragilità fisica che rischia di farle perdere la sua arma più importante: la lucidità.
Si può quindi affermare con una certa sicurezza che il talento nel narrare storie sia indipendente dal sesso di chi le racconta e dover scrivere una specifica di questo tipo, ancora nel 2018, è addirittura paradossale. Pur tenendo conto di questo breve (e probabilmente non esaustivo) elenco, le autrici italiane di talento e di successo che tengono incollati alle pagine un gran numero di lettori sono numerose e, almeno loro, gli amanti dei bei romanzi, non sembrano aver dubbi.
Non amo i thriller ove vi sono meticolose spiegazioni di dettagli macabri o cruenti, sono più per i gialli vecchio stile, infatti, amo Poirot e la “sua materia grigia. Ho letto e acquistato “La cena e lo consiglio a tutti. Ha una scrittura veloce, tratta un tema purtroppo attuale, mi piace molto la descrizione di alcuni dettagli delle due protagoniste femminili. Buona scelta! kikka